sabato 12 febbraio 2011

libertà


i miei migliori amici sono i libri
le mie migliori amiche sono di colore
i miei migliori conoscenti sono quelli che non mi giudicano
le migliori giornate quelle in cui non lavoro
i miei migliori allenamenti quelli da camera da letto
i migliori cibi quelli che dà la natura senza uccidere
il miglior popolo quello che ancora deve nascere
l'essere vivente migliore quello che uccide per necessità
vorrei morire così, un giorno
ucciso per necessità
non per cupidigia, invidia o potere...
Isaia disse la mia via non sarà la vostra via
sapete, una volta ero comunista,
lo ero persino più di chi lo professava ufficialmente
era membro di partito, militante o altro,
che ingenuo,
erano carrieristi col metodo della finta compassione
per i poveri,
i diseredati,
mentre nelle sezioni a parlare erano
fior di professionisti
e professoroni,
e poi,
in definitiva
diciamola tutta 'sta verità
quelli nel cui nome dovevamo fare la rivoluzione,
non se la meritavano,
non avrei affidato la mia vita ad un operaio di allora
figuriamoci a uno di Pomigliano
o di Mirafiori,
non c'è più una coscienza di classe,
ormai non più una coscienza e basta,
solo una guerra sociale di bassa frequenza generalizzata fra poveri
tenuti divisi da miliardari expoveri
cui non affiderei nemmeno la gestione della sentina del mio cesso,
sono disilluso,
ma ottimista per il mio futuro
perchè so già che non mi lasceranno fare quello che voglio
significherebbe che l'uomo avrebbe scoperto ciò che non ha ancora inventato,
la libertà,
ma l'ottimismo deriva dal fatto che sono sicuro di potermi
avvalere di quella libertà minore
che sfugge ai più
la libertà di percorrere i sentieri meno battuti
perchè nessuno sceglie una strada sterrata
se può ammazzarsi sull'asfalto a duecento all'ora.

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