Ciò che non ti uccide comunque ti frantuma gli zebedei, capito Nietzsche? Copyright del blog depositato
venerdì 8 aprile 2011
Il bradipo
passo tutta la vita su un albero che gli uomini prima o poi abbatteranno,
piango quando lo abbattono,
il mio albero morto vuol dire che non ho più una casa,
mi piace la lentezza,
mangio lentamente,
mi arrampico lentamente,
faccio l'amore lentamente,
a volte per giorni,
infine defeco lentamente
fra un capitolo e l'altro di Baricco o della Mazzantini,
sono vegetariano
mi nutro di foglie e frutta,
sono sdentato,
ho la saggezza dei vecchi prima del tempo,
nuoto da dio
e mi piace il crawl,
mi piace l'acqua,
i fiumi , i laghi, il mare,
la montagna mi fa venire il gozzo
e mi spinge a parlare lingue incomprensibili
guardo tutti dall'alto verso il basso
in cima al mio albero,
odio la folla
preferisco le solitudine della foresta,
prendo il sole seduto sul mio albero,
lontano dagli uomini,
leggo un libro
prendo due appunti,
con calma,
con molta calma,
con lentezza,
per lavorare e per morire c'è sempre tempo
dicono gli umani,
poi s'ammazzano di lavoro
e s'ammazzano in generale,
usano la poesia come un proposito
che non si realizzerà mai,
io non scrivo poesie,
io sono una poesia vivente,
per questo vivrò più a lungo degli uomini,
e di loro mi faccio beffe
ridendo
senza che se n'accorgano,
perchè non c'ho i denti,
non mi servono mentre sgranocchio una foglia
all'uomo servono per sorridere
prima di uccidere
e anche dopo,
soprattutto gli esseri viventi
che non sorridono come loro,
con le dovute dentiere,
voglio dire...
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