sabato 21 novembre 2009

Intervista su Milano


D: Da quanti anni vivi a Milano?
R: quasi vent'anni.
D: Prima hai vissuto dove?
R:sono di Ostuni,la città bianca...non ho mai capito se la chiamassero così per le case bianche o per il predominio assoluto della Democrazia Cristiana per oltre 50 anni.
D:Poi dove hai vissuto?
R: Ho fatto il Militare a Trieste come Ufficiale di Complemento,famosa una mia esercitazione in cui il mio plotone ha tenuto in ostaggio colonnelli e alti ufficiali del battaglione San Giusto. Ma non poterono farmi niente,le esercitazioni a sorpresa in caserma erano previste dal regolamento,e io ho sempre avuto il difetto di leggere e interpretare.
D:Poi dove hai vissuto?
R: a Bologna,per tre anni. Una città molto borghese e razzista. Un chilo di pane costava quattro volte che da noi al sud e tre volte quanto costa a Milano. Ne discende che non è una città per tutti. Si trovava lavoro solo se eri iscritto al Pci. E se eri del posto. Io pensavo fosse una prerogativa della Dc. Ognuno ha avuto le sue Dc,quindi. In tre anni non sono entrato nemmeno una volta in casa di un bolognese. La provincia invece è molto più accogliente. Sono entrato in un sacco di case di emiliane. Facevano le puttane. Non so se vale,però.
D: Ora vivi a Milano?
R: No,in provincia,nell'ovest milanese. Il far ovest,come lo chiamerebbe Colaprico. I miei vicini di casa sono un mucchio di calabresi ndranghetosi. La strada dove abito è una sorta di circolo decisionale,dove questi calabresi di varie età e fogge,si riuniscono sfumacchiando allegramente e parlando in codice: Es:
Domanda "hai saputo che il presidente della juve lo vogliono dimissionare?"Risposta:"ho saputo,sono stati quei minchiafreddi dei torinisti,cornuti sono".
Traduzione:Domanda:"hai saputo che vogliono mandare via Berlusconi?"
Risposta:"l'ho saputo,sono stati quei fetusi dei giudici comunisti,sono dei cornuti".
D: Hai vissuto a lungo a Milano città,cosa ne pensi?
R: 20 anni fa quando sono arrivato con la valigia di cartone( dentro la quale c'era una ventiquattrore con un pc portatile),la città mi piaceva. C'erano ancora delle possibilità,tutto era in evoluzione. Verso gli stranieri c'era accoglienza e noi "terroni" venivamo solo sfottuti,non c'era quest'aria revanchista di sfida nei nostri confronti. Non c'era insomma un clima da anni '50 di cui mi parlava mio padre. In vent'anni un ceto politico che ha costruito le sue fortune politiche sulla paura dello straniero e del diverso in generale,ha spostato l'asse xenofobo sugli stranieri,catturando il voto dei meridionali che pur di lenire il loro infinito complesso di inferiorità,si sono sentiti promossi a italiani e si sono dedicati all'odio nei confronti del nuovo capro espiatorio che li ha sostituiti:gli zingari e gli stranieri in generale. I partiti che hanno vinto le elezioni,Lega in testa,sono pieni di dirigenti di origine meridionale che rinnegano le proprie origini e parlano un ridicolo impasto di terronicomilanese da sbellicarsi dal ridere. Saranno andati a lezione da Abbatatuono. Milano è diventata brutta,un cantiere continuo,dappertutto lavori in corso per far mangiare le più grandi imprese edili che sono grandi elettrìci,con i loro operai e le famiglie degli stessi,di cui orientano il voto in senso ricattatorio del bisogno. I viali che una volta avevano il simpatico fenomeno notturno delle puttane,si sono incattiviti. Circolano camionette dell'esercito,pattuglie della polizia e dei carabinieri e ad ogni semaforo ci sono telecamere che sanzionano la più piccola infrazione con multe salatissime,che,come al solito pagheranno solo i gonzi onesti. In attesa della prossima sanatoria. Sembra di stare a Santiago ai tempi d Pinochet. Non c'è giorno che non chiuda un locale di divertimento o una discoteca. Perchè la gente non ha più soldi per divertirsi e forse non ne ha più voglia. Provate voi ad andare in giro per la città di notte e avere sullo sfondo la vista di camionette dell'esercito,poliziotti in assetto di guerra,carabinieri,e adesso anche le ronde. Un mucchio di agenti con le divise più diverse che si sentono i nuovi sceriffi della città. Sembra di vivere a Bagdad e il messaggio è chiaro. Qui si lavora soltanto ,non ci si diverte. Si diverte solo chi c'ha i soldi e lo fa nel chiuso dei suoi appartamenti con festini privati a base di coca e champagne. Persino il dopolavoro e il relax sono diventati classisti. Non mi meraviglierei se proprio questo clima favorisse l'aumento del consumo di droghe. Anzi,ne sono sicuro. Non mi importa di essere strumentalizzato,ma un giovane che non lavora fa bene ad occupare uno stabile del comune inutilizzato e a fondare un centro sociale. Checchè se ne dica se avessi un figlio lo manderei più in un centro sociale che a passeggiare in Corso Como,fra un bar e l'altro,uno spacciatore di coca e l'altro e uno stupratore gentile e l'altro. Traduzione di stupratore gentile: uno con i soldi e il macchinone che sin dal primo momento sotto l'egida del mariafilippismo imperante,non ha altro obbiettivo che portarsi a casa una qualsiasi delle nostre figlie e scoparsela.
D: definizione in breve di Milano?
R: è un grande negozio di dolciumi e noi siamo come dei bambini che restiamo ammaliati nel guardare quei bei dolci dietro il vetro,tanto che restiamo indecisi su quali scegliere. E quando abbiamo deciso e ci mettiamo una mano in tasca scopriamo che non abbiamo abbastanza soldi. Possiamo solo restare a guardare quelli che comprano i dolci e bearci di essere lì in quel momento. In altre parole a Milano ci sei sempre,assisti ai fenomeni sociali e politici più importanti del paese,ma non sei dentro le cose,sei solo uno spettatore:pagante e tassato. I politici,gli uomini di potere e di spettacolo,a Milano esistono perchè le grandi famiglie ricche della città hanno bisogno di attori per il loro teatrino personale.
D: un giudizio senza appello
R: senza appello...tanto comunque i milanesi(nati o importati) la propria città la assolvono sempre.
D: in conclusione?
R: in conclusione voglio dire che non bisogna cessare di pensare e lasciarsi andare nella corrente del nulla dominante e del nonsense imperante. Il nulla studiatelo nel Buddismo e il nonsense usiamolo per ridere di noi stessi. Ormai dobbiamo ridere anche per chi non ne ha più la forza.

1 commento:

  1. Ora dobbiamo ridere per chi non ne ha più la forza ... ed amare, direi! Peccato che questo,oggi come oggi, possa sembrare impossibile o, almeno, un'altra storia... Non c'è nessun peccato ricattatorio verso la parrocchia,forse c'è uno spazio che chiama per essere scoperto dentro e quindi fuori ... nessuna separazione. Ma questo sempre più sta diventatndo "lavoro" da clandestini, esiliati pirati e contrabbandieri... la parrocchia continua a cambiare volte e nome , dentro è sempre la stessa (consenso, ricatto, promessse, farsi gli affari prorpi intimidazione, ecc). Per noi quindi(esiliati qui ed ora,contrabbandieri senza merce, pirati clandestini oltre le mareee , cosa c'è? Per il momento ancora l'altro mondo(dentro e oltre...)... per fortuna!

    Grazie, per averti ritrovato!
    :-) kaapi carla

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