martedì 17 novembre 2009

Intervista sul modello "azienda"



D: Hai lavotrato per molte aziende,quali sono secondo te i criteri per fare carriera in un'azienda?
R: essere stronzi,non guardare in faccia a nessuno,non farsi scrupolo di usare gli altri per proprio vantaggio,avere un pelo di King Kong sullo stomaco.
D: In azienda per un manager conta più l'autorevolezza o l'autoritarismo?
R: l'autoritarismo. L'autorevolezza sul personale abituato alle vessazioni viene scambiata per debolezza. Ma il problema non è ovviamente dei sottoposti.
D: Che cosa hai imparato dalla cultura aziendale ?
R: ho imparato a guardarmene...io lavoro per l'azienda ; non voglio essere lavorato dall'azienda .
D: cosa pensi del " modello azienda " dal punto di vista pedagogico?
R: l'azienda ha la presunzione di regolare e modellare la vita degli individui,in generale,e non solo nella loro funzione di lavoratori. In altre parole tende a far passare la filosofia che se non vali niente nel lavoro non vali niente nella vita. Il problema molto spesso è che nelle aziende italiane (o a management italiano) i manager non hanno fatto carriera perchè sono bravi ma perchè "sponsorizzati" dai vari canali preferenziali politici legati alle imprese e alla loro cultura basata sulla compressione dei diritti sindacali e persino umani(famoso il caso riportato dal Corriere della sera di una cassiera dell'Esselunga costretta a orinarsi addosso perchè coattivamente privata della pausa). E quindi , tornando a bomba sulla questione , come si possono permettere di giudicare inetti al lavoro e di conseguenza alla vita determinate persone,individui che occupano posizioni "giudicanti" senza aver altro merito se non quello di essere direttamente o indirettamente dei nettaculigiusti spaziali?
D: Cosa consigli per difendersi da capi che vessano?
R: è necessario fare la conoscenza dei propri diritti e delle leggi...Ad esempio far vedere che si è dediti alle lettura di almeno un quotidiano può essere un ottimo deterrente contro le fracassate di zebedei . Non a caso il principe nazionale degli imprenditori italici si vanta di non leggere i giornali. Perchè? Perchè non gli servono. Lui delega degli aguzzini incravattati e ben pagati per ribadire che lui è il padrone e fa, nella sua azienda, quello che vuole. Non è a conoscenza del fatto che esiste qualcosa di superiore a cui anche lui deve sottomettersi. Qualcosa che risponde al trascurabile nome di :la legge. Da ciò ne deriva che Lui usa il paese come se fosse una sua azienda e gli italiani suoi dipendenti.
D:come si concilia l'essere di sinistra e l'essere manager?
R: conosco parecchi manager di sinistra. Ma allo stato attuale vivono questa loro condizione in clandestinità. Si tratta di persone che erano emerse dalle conventio ad escludendum che l'intero sistema capitalista italiano aveva operato nei loro confronti quando esisteva il Pci. Alcuni di loro sono capaci. Ma sono solo dei dirigenti ben pagati e quando si tratta di ristrutturare e licenziare la loro personale ragion di stato familiare,prevale. In alcuni casi per non incorrere nella scure dei tagli al personale sono addirittura più zelanti, nel cazziare, punire e licenziare, di quelli di destra che dovrebbero farlo,diciamo così,naturaliter. In altre parole non sono null'altro che il portato di un partito,quello democratico,che non è più un partito di sinistra e che questa parola,con grande godimento dei vari Veltroni e Fassino,non la vogliono nemmeno sentire nominare. Sono entrati anche loro nel gran comitato d'affari. Si spartiscono la torta anche loro. E col grande rammarico di non avercela fatta ai tempi di Craxi.
D: Cosa pensi del sindacato?
R: il sindacato deve esistere,guai se non esistesse. Se adesso le aziende fanno strame dei diritti sindacali,figuriamoci se non ci fosse. Il problema è che il sindacato,compresa la Cgil,è l'altra faccia della stessa medaglia dell'azienda,con i suoi dirigenti che firmano accordi sulla pelle dei lavoratori,fra un cocktail party e l'altro con i manager delle aziende che dovrebbero far finta di contrastare. Molti dirigenti sindacali di mia conoscenza hanno solo paura di tornare a lavorare. Per questo la loro politica è quella del galleggiamento a vista. E sappiamo bene in genere qual'è la materia che galleggia meglio.
D: in conclusione?
R: in conclusione ,viviviamo una fase in cui tutti i rapporti di lavoro sono condizionati da un governo che,grazie all'inganno mediatico e all'alleanza col mondo estesissimo dell'evasione fiscale, sta rendendo la vita dei lavoratori dipendenti,pubblici o privati che siano, e dei commercianti,artigiani e imprenditori onesti(che non dubito che ci siano) , un inferno. Stiamo lentamete scivolando verso il baratro. Ma noi italiani sono sicuro che sapremo farlo stappando uno spumante.

Valeu!

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