domenica 20 giugno 2010

Domenica malinconica di pioggia




me ne starò un pò di tempo nella mia
per leccarmi le ferite dei dolori della vita
inferti agli altri
che non fanno meno male di chi se li è visti inflitti
a volte si fa del male non volendo
o perchè uno confonde i tiramenti del momento per amore
o forse era amore ma non se ne accorge se non dopo
insomma la vita è un casino
ognuno combatte la sua battaglia individuale con la vita e col dolore
vivere è comunque soffrire
soffrire significa essere vivi
il buddhismo me l'ha insegnato
non so come mettere riparo alle ferite inferte
se non con i punti di un'attenta meditazione
correndo il rischio di autoflagellarmi
di autoannientarmi
autoterminarmi
senza neanche il godimento di un masochista
voglio bene all'umanità ferita
odio gli approfittatori
gli stupratori
i violentatori
i millantatori di buoni sentimenti
forse io sono fra questi
mi credo migliore
più morale
in realtà sono come tutta l'umanità media
solo con qualche elegante parola d'eloquio in più
che mi da il diritto
tutt'al più
di essere uno stronzo con una cravatta di seta
fuori piove, l'estate sta finendo prima d iniziare
come in una canzone di una cantante che non c'è più come l'estate medesima
ho corso un ora sotto l'acqua per confondere le lacrime con le gocce dell'acquazzone
la devo smettere di illudere
e di illudermi
devo fare esercizio di umiltà
non mi perdono
ma non perdono nemmeno chi si spaccia per salvatore della patria
o di altre patrie più piccole
solo per tutelare i propri interessi
insomma cerco l'equilibrio in mezzo alle onde di questo mare d'umanità
nel quale galleggio come un pezzo di sterco sul petrolio tanto amato
da tutti quelli che prendono la macchina
persino per andare dalla cucina in bagno
in un monolocale
e comunque la strada per l'espiazione è lunga
io intraprenderò la mia
ma starò attento che la intraprendano anche gli altri
a ciascuno il suo
secondo le proprie possibilità
nuovo comunismo dello spirito
vago sotto la pioggia della città
deserta a quest'ora
birre e patatine davanti ai divani davanti alle tv
fra qualche ora gioca l'Itaglia, che così la chiamo
questa patria che sembra pulita
solo perchè mette la merda nel ventilatore
e la polverizza
un paese che non vuol crescere,
abbarbicato com'è
alla gonna di uno stato
che non c'è più
perchè adesso non è più padre o genitore
ma padrone...
ma ora lasciate che mi lecchi le ferite
re del dolore senza onore
oggi non mi sento in pace con me stesso
perchè sto facendo soffire chi non merita
e perchè tutto il dolore del mondo sulle mie spalle
non mi salverebbe
dall'essere anch'io
parte di quest'Itaglia delle birre e delle patatine
davanti alle tv, a cui non frega un cazzo
se nella stanza accanto c'è un moribondo bisognoso di pace e silenzio....


Valeu!

1 commento:

  1. non è che mi sono dimenticata da te... è che ho tanti ma tanti di quei casini e poi... cavoli.. tu non passi mai nel mio blog.
    ciao
    salutone

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