mercoledì 27 aprile 2011

ma non è ancora abbastanza


non ci spero più ormai
che la gente si svegli
alle 12
non ce la fanno
sono preoccupati per le fabbriche
per i negozi
sennò chi li manda avanti,
le mogli sono più furbe
se ne stanno a casa
ad aspettare gli idraulici
o i falegnami,
quando quelli che si preoccupano per la nazione tornano a casa
le mogli non hanno più voglia
dopo che sono state con i falegnami,
e a quelli gli restano le loro seghe
(dei falegnami o proprie, fate vobis),
e le donne possono chiudere le tapparelle
e andarsene a dormire,
domani è un altro giorno
la nazione ha bisogno di trasportatori di giornali
di strilloni
di barbieri per sbarbare signori rispettabili
che passeggiano con cani orrendi chiamati barboncini
la nazione ha bisogno di panettieri e di lattai
una nazione di disoccupati, allora,
visto che vendono tutto nei centri commerciali,
un ragioniere fa il macellaio
un macellaio porta i conti
chi ha la terza media dirige
chi è laureato lavora in cassa
e non può neanche andare a pisciare
quando gli scappa,
sempre a praticare lo sport nazionale
che è parlare male del comunismo
come se nel consumismo
non sia la stessa cosa
visto che nel comunismo
un minatore guadagnava di più del suo ingegnere
ma ora non è forse vero
che un idraulico guadagna di più di un manager
e si pappa persino sua moglie,
del manager ?
e quella di lui
dell'idraulico,
se la pappa un altro,
l'assicuratore,
sembra una nazione ferroviaria
qualcuno è la locomotiva di qualcun altro
(concedetemi la metafora sodomitica)
ma nessuno è per sempre l'ultimo vagone
perchè non gli piace la definizione
a me invece piacerebbe la sensazione
per un giorno
di stare dietro a tutti quei vagoni
ma prego di non avere mai un incarico di potere
perchè sarei un bastardo di primo grado
non mi piace perdonare chi mi ha fatto soffrire
nella misura in cui non perdono me stesso
quando ho fatto soffrire
regolatevi quindi quando vi troverete al mio cospetto
tanto ormai io al vostro cospetto ci sono abituato
sono allenato
ma non è ancora abbastanza...

mercoledì 20 aprile 2011

tettine ballonzolanti



ho camminato sotto il sole
nel pomeriggio inoltrato
ero andato in centro con l'autobus,
mi sono sentito soffocare,
tutte quelle ragazze seminude
con le tettine ballonzolanti,
mi sono sentito stuprato,
poi vanno a casa fanno i compiti
vanno al catechismo
a scuola il giorno dopo,
le mamme le agghindano per benino
e le istruiscono su chi frequentare,
prima devono mostrar loro il 730
meglio il 740,
anche se da lì ,
dal 740,
non si evince un granchè,
tutti questi treni della metropolitana
che parlano in inglese
con i display delle fermate,
autobus con telecamere e googlemaps della posizione,
tutti questi ospedali,
gli hanno fatti con i miei soldi,
con i nostri soldi,
i soldi della nostra generazione,
dei senzapensione,
col nostro sangue,
e il sessanta per cento di questa gente
che ne gode
li ha avuti gratis,
grazie alle nostre tasse,
dovrei fregarmene
adesso che sono qui
sotto il sole
e cammino a torso nudo
facendo di quando in quando qi gong,
la ginnastica dei centenari cinesi,
respirazione,
astrazione,
in altre parole,
decompressione dalla folla che ho dovuto affrontare,
tutti impazziti
in questa giornata estiva,
in cui per strada ho conosciuto una certa Cinzia,
una che fa teatro, emiliana,
che conosce Luttazzi, che è del suo stesso borgo
e parla portoghese,
perchè è nata in Brasile,
voleva un passaggio in Duomo,
e io l'ho accompagnata a piedi,
ad un certo punto abbiamo parlato in portoghese
e io le ho detto che s'era rivolta a me
per una sorta di istinto animale
come cani che s'annusano il culo
prima di potersi rivolgere il guaito,
ha detto che fa teatro con i pazzi
e che ha fatto uno spattacolo a Quixadà,
pieno deserto brasiliano,
nodest,
750 persone a guardare lo spettacolo,
qui, dico io,
ci sono 75 milioni che guardano alla tv
un vecchio rincoglionito che racconta barzellette di quarta serie,
ecco perchè mi sento brasiliano
le dico,
lei sorride,
io ho il doppio passaporto, fa,
non ce n'è bisogno con me
l'ho capito subito che eri una persona diversa
e tu mi hai scelto nella folla
perchè ti stavo guardando il culo,
ma in modo onesto,
voglio dire, con oneste intenzioni,
lei ha sorriso,
pode ser,
ha detto,
significa può essere,
poi ci siamo salutati con un bacio sulle guance
e ho preso la metropoitana
avevo con me un libro di Bukowski
ma non riuscivo a sedermi per leggermelo,
tutto pieno,
ragazze con le tettine dappertutto,
e mi guardavano,
meno male che sono una persona equilibrata
e ben pensante,
in questo paese in cui le mamme
darebbero le loro figlie
in pasto a dei vecchi porci straricchi,
io mi sento brasiliano,
perchè da quelle parti,
non è che non ci siano mamme così,
solo che ogni tanto la mollano pure a noi,
che siamo persone normali,
benpensanti,
ma normali,
che abbiamo lavorato tutta la vita
per pagare tasse su tasse
a quelli che si scopano le figlie...

lunedì 11 aprile 2011

idioti con le tasche piene e le teste vuote


andando ad un concerto di un amico
in una specie di centro sociale
dove fuori ci sono stickers e graffiti e ragazze carine con piercing e tattoo
dentro un mucchio di ragazzi tatuati, bevono birre e ingoiano patatine
sono molto attenti al sociale
votano sinistra e libertà
e se ne stanno lì inchiodati alla tv
a tifare per il milan
la squadra del miliardario subnormale
con la faccia di quello che ha sempre preso schiaffinfaccia
sarà pure presidente del consiglio
ma per me resta sempre uno che ha preso un sacco e una sporta di schiaffi in faccia
e pucce in testa
la vittima preferita dello schiaffo del soldato
e tutti dietro a roteare le dita
e lui lì con quella faccia da idiota sorridente
nonostante l'orecchio rosso
in fondo la gente quella vera
ti rispetta per quello che sei
io non sarò stato un coraggioso
non sarò stato un temerario
ma di sicuro ero fra quelli che menava forte schiaffoni
sul berlusconi di turno
sapendo che sarebbe diventato qualcuno
per se stesso o per i gonzi
per me restava quello con l'orecchio rosso a furia di schiaffi
e sempre resterà tale
non ero crudele da bambino
ma neanche tenero
semplicemente reagivo al circostante
come quella volta che spaccai la testa a uno con una pietra
a 35 metri di distanza
poi la madre venne a casa
e le presi da mia madre
ma che cosa c'entra tutto questo
con iersera
al centro sociale
musica grandiosa
a livello u2 o meglio (non scherzo)
e questi ragazzi qui a sbarcare il lunario
meritando ben altri palcoscenici
ma l'arte è un furto
se dieci individui nel mondo decidono che sei trendy
hai svoltato
passi dalla 500 alla bmw in un giorno
però passi anche da poeta a giullare
quello stesso giorno
a voi la scelta gli ho detto ai ragazzi
ma mi sa che hanno voglia di fare i pagliacci
non ce la fanno più ad alzarsi la mattina presto
meglio alzarsi con calma
tardi
fare una colazione imperiale
poi in vasca jacuzzi
poveretti
nessuno veramente mai ce la fa
perchè è proprio quando pensi di avercela fatta
che ti brucia di più il culo
ma non hai la briga di chiederti perchè
e questo che ti uccide
questo ci uccide
meglio andare avanti per la propria strada
dare quel che si può
senza mai dimenticare
che nessuno può dare il meglio di se'
se non ci si ama almeno un poco tutti i giorni
senza esagerare
anche se non è mai abbastanza
in confronto all'odio che devi subire
per non essere come loro
idioti con le tasche piene e le teste vuote.

venerdì 8 aprile 2011

Il bradipo


passo tutta la vita su un albero che gli uomini prima o poi abbatteranno,
piango quando lo abbattono,
il mio albero morto vuol dire che non ho più una casa,
mi piace la lentezza,
mangio lentamente,
mi arrampico lentamente,
faccio l'amore lentamente,
a volte per giorni,
infine defeco lentamente
fra un capitolo e l'altro di Baricco o della Mazzantini,
sono vegetariano
mi nutro di foglie e frutta,
sono sdentato,
ho la saggezza dei vecchi prima del tempo,
nuoto da dio
e mi piace il crawl,
mi piace l'acqua,
i fiumi , i laghi, il mare,
la montagna mi fa venire il gozzo
e mi spinge a parlare lingue incomprensibili
guardo tutti dall'alto verso il basso
in cima al mio albero,
odio la folla
preferisco le solitudine della foresta,
prendo il sole seduto sul mio albero,
lontano dagli uomini,
leggo un libro
prendo due appunti,
con calma,
con molta calma,
con lentezza,
per lavorare e per morire c'è sempre tempo
dicono gli umani,
poi s'ammazzano di lavoro
e s'ammazzano in generale,
usano la poesia come un proposito
che non si realizzerà mai,
io non scrivo poesie,
io sono una poesia vivente,
per questo vivrò più a lungo degli uomini,
e di loro mi faccio beffe
ridendo
senza che se n'accorgano,
perchè non c'ho i denti,
non mi servono mentre sgranocchio una foglia
all'uomo servono per sorridere
prima di uccidere
e anche dopo,
soprattutto gli esseri viventi
che non sorridono come loro,
con le dovute dentiere,
voglio dire...